Che lingua è quella legale? Troppo spesso è impersonale, referenziale, anti-emotiva, pedante e infarcita di tecnicismi e luoghi comuni. Uno studio compiuto su un corpus costituito da un lato da un campione rappresentativo dei manuali di diritto, dall’altro da un campione quantitativamente identico di articoli usciti nello stesso periodo su «la Repubblica» e il «Corriere della Sera», è venuto fuori che la lunghezza media della lingua giuridica è di 47,61 parole, quella giornalistica è di 23,20 parole. Una revisione in chiave letteraria della lingua giuridica è utile ad aumentare l’efficacia espositiva e persuasiva. Deve avvicinarsi a essere quanto più intima e comunicativa, emozionante, piacevole, chiara e originale. Così è la lingua letteraria: la lingua da adottare per raccontare, interessare, convincere. Si farà ricorso ad alcuni modelli letterari (Tolstoj, Flaubert, Proust, Mishima…) e verranno utilizzati a titolo esemplificativo alcuni documenti legali (un ricorso, una comunicazione tra colleghi, una memoria difensiva) su cui si lavorerà per poi analizzare come sono cambiati.